Mar 22, 2020 - Ai tempi del corona virus    Commenti disabilitati su Una mosca nell’universo

Una mosca nell’universo



Sabato 21 marzo 2020, anno bisestile.

Primo giorno ufficiale di Primavera!!

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Paolo Fox aveva detto che sarebbe stato un anno fortunato

No, non guardo quel genere di programmi, era uno dei tanti post ironici che arrivano in questo periodo per alleggerire un po’ la tensione.

È ormai tarda mattinata. Dalla finestra aperta del bagno che si affaccia sul lato strada, sento un condomino che dalla finestra di casa sua discute con un vigile in strada. Non capisco bene di cosa stiano discutendo ma:

1) il suddetto vigile aveva in mano un rotolo di nastro a strisce bianche e rosse utilizzato in genere per interdire un’area

2) sempre il suddetto vigile replica al condomino “…è un parco pubblico” “…non siamo noi a prendere queste decisioni” “…senta…non so che dirle, telefoni, scriva o parli con chi…”

Non capisco bene cosa dice il condomino: la discussione era già cominciata, c’è uno strano riverbero che, unito al suo timbro di voce e allo spiccato accento calabrese non mi fa capire bene.

Anni ed anni di film e serie televisive poliziesche da “Tenente Sheridan” a “Il Commissario Montalbano” da “Il comissario Maigret” a “C.S.I.” passando per “Law and Order” hanno scatenato il segugio che è in me.

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Avete presente il campetto di pallacanestro e l’area cani di cui parlavo nel “flusso di coscienza” precedente?

Ebbene ho aguzzato la vista, notevolmente aiutata dai miei occhiali con lenti progressive, e ho notato che:

1) i cancelli di ingresso al campetto sembrano chiusi con due possenti catene e altrettanti possenti lucchetti…ma potrebbe essere anche un effetto ottico…

2) dalla rete che delimita l’area cani pende un foglio bianco che sembra tanto una comunicazione ufficiale

Vado in cucina e, guarda caso, mi rendo conto che DEVO andare a buttare la spazzatura…non piove…ci sono quasi 15 gradi…Vado!

Ehhhhgggià si sente che sta arrivando la primavera!

Dalle finestre aperte si sentono le voci delle persone che stanno preparando pranzo, qualcuno è al telefono che parla con i familiari o con gli amici..

A proposito: benedetto sia internet e tutto ciò che vi è connesso. Riusciamo ad immaginarci tutti noi in un momento come questo senza internet???!!!

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Compiuto il mio dovere di casalinga mi dirigo verso la “scena del crimine” che dista, credo, 50 metri da casa e:

1) effettivamente i cancelli sono chiusi con due belle catene spesse nuove di pacca e lucchetti annessi

2) il foglio che pende è un blablabla di avviso in cui alla fine si dice (riassumendo) che se vuoi portare il tuo amico peloso a giocare e a fare “altro” lo puoi fare ma a non più di 200 metri da casa, che tutte le aree pubbliche sono state interdette per evitare assembramenti…insomma il resto lo sapete (mi chiedo anche quanto questo foglio durerà integro visto che è appeso ad una cordicella e non neanche plasticato…una bella pioggia e ciao…vabbè)

3) il cancello dell’area cani non è stato chiuso ma è stato messo il nastro “delimitatore d’area” all’ingresso. Se vuoi portare Bobi a giocare e fare pupù ci passi sotto…deduco… (e portati un documento che attesti dove abiti).download (1)

Mi stavo chiedendo: ma i cancelli sono chiusi con catena e lucchetto da diversi giorni (ed ecco spiegato il motivo per cui non c’era nessuno), o li hanno messi stamane e le persone sono state così ligie da non andarci comunque nei giorni precedenti seguendo i “consigli”?

L’area cani non era interdetta eppure ormai da giorni è praticamente deserta.

Che i cittadini di Chivasso siano particolarmente coscienziosi?

Poi penso: probabilmente catene e avviso erano lì da qualche giorno ma io non ero stata “stimolata” ad osservare e non me ne sono accorta. Stamane il piccolo diverbio tra i due protagonisti della storiella mi ha pungolata ed ecco che parte la storia….

Quanto siamo abituati a guardarci attorno e a non vedere?

Il celeberrimo investigatore protagonista dei gialli di Agatha Christie, Hercule Poirot, dice che sovente gli occhi vedono dei particolari che le nostre “celluline grigie” (questo scritto tra virgolette dovete pronunciarlo alla francese sennò non funziona) non registrano subito.

Cos’è che ci fa sorvolare sui dettagli? La pigrizia, la paura, la non abitudine…

Lo sappiamo tutti che “guardare” non significa “ osservare” e quindi “vedere”, che non è sufficiente dire che “siamo vivi” solo perché i “parametri vitali” ci dicono così e che, quindi, “sapere” non significa “prendere coscienza” o “essere consapevoli”.

Comunque… rientro dal giro di perlustrazione con questi pensieri e intanto noto che sulla striscia di prato dal lato opposto della strada sono spuntati dei fiorellini, gli alberi potati hanno messo le gemme e quelli non potati sono tutti fioriti.

Altro pensiero: ma quanto se ne frega l’universo degli esseri umani?

Carestie, cataclismi, pestilenze, pandemie…lui va avanti come se niente fosse.

Sono d’accordo con buon’anima del comico Roger Carlin

Roger Carlin

(dico comico ma è tremendamente riduttivo e vi invito ad andarlo a vedere su youtube), che si poneva il quesito di quale fosse per il mondo il significato dell’essere umano, perché gli uomini sono stati creati, cosa non sapeva non conosceva l’universo per cui si è resa necessaria la presenza dell’essere umano? E si è dato una risposta: PLASTICA!!.

Nell’economia delle ere geologiche la nostra importanza per messer Universo è importante tanto quanto potrebbe essere per noi una “puzzetta” fatta da una mosca e siamo forse fastidiosi per lui, l’universo intendo, quanto lo è la mosca per noi.

Attenzione: potremmo fare la stessa fine

Scacciamosche

 

BUONA PRIMAVERA A TUTTI!

 

 

Una mosca nell’universoultima modifica: 2020-03-22T02:24:55+01:00da tataianna
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